Monterotondo Marittimo è un castello medievale che compare per la prima volta nella documentazione scritta nel 1128, ma l’area era già oggetto degli interessi dei grandi attori della storia toscana fin dall’VIII secolo grazie alle risorse minerarie. Il suo territorio è sempre stato di pertinenza della diocesi di Volterra, ma era il vescovo di Lucca ad avervi ampi possessi fondiari in un paesaggio che doveva essere molto simile a quello attuale, con predominanza di bosco.
Tuttavia sono presenti anche numerosi indizi di proprietà statali che risalgono certamente all’età romana e che sono da mettere in relazione con la risorsa mineraria. Gli scavi condotti dall’Università di Siena nella Rocca degli Alberti di Monterotondo hanno permesso di datare l’inizio della formazione di questo centro al IX secolo. Questi dati sono oggi disponibili sotto forma di pannelli illustrativi all’interno di un percorso di visita. Nello stesso periodo in cui si sviluppò Monterotondo, altri castelli, sottoposti ad indagine archeologica dall’università di Siena, videro l’emergere di abitati poi cinti da mura fra XI e XII secolo. Fra questi Cugnano che è relativamente ben conservato ed ha una forma circolare. Di particolare rilievo sono gli impianti produttivi legati alle attività metallurgiche del rame e dell’argento. Furono proprio le ricchezze minerarie a mettere in contrasto i poteri forti del tempo fra i quali spiccano ovviamente i conti Aldobrandeschi e in seguito i Pannocchieschi.
Il territorio comunale di Monterotondo Marittimo è ricco di luoghi da visitare anche sotto il profilo naturalistico. Per gli amanti del trekking una tappa obbligatoria è il Geosito delle Biancane che fa parte del Parco delle Colline Metallifere – Tuscan Mining UNESCO Global Geopark, così denominato a causa del colore bianco delle rocce affioranti. Il percorso è sempre aperto e gratuito, parte da via dei Lagoni Boraciferi si snoda attraverso soffioni e laghi boraciferi fino alle centrali geotermiche. In questa zona infatti, a differenza che altrove, i fluidi geotermici non trovano ostacoli e quindi arrivano fino in superficie. Il MUBIA è un geo-museo dove il visitatore può trovare spiegazioni dettagliate sul tema della geotermia e più in generale sulla storia geologica di questo comprensorio che è ricco di testimonianze di grande valore. All’interno dei percorsi di visita possiamo includere alcuni luoghi sacri come la chiesa di Santa Croce, l’oratorio della Madonna di Montenero e il santuario della Madonna di Frassine.